La formazione professionale per persone con problemi alla vista.
Per definire alcune linee essenziali per la formazione professionale delle persone con problemi di vista necessita tenere conto di diversi aspetti e situazioni che ne determinano, per conseguenza, alcune caratteristiche particolari, pur volendo inserire il tutto in un quadro generale, che non li escluda dalle opportunità più complessive che questo momento della vita può offrire anche a loro come a tutti gli altri cittadini.
In primo luogo bisogna notare che la specificità della minorazione visiva determina la necessità di avere risposte particolari per chi ha bisogni particolari; in secondo luogo storicamente le associazioni che si occupano di questa categoria di persone hanno iniziato a confrontarsi con la società civile, prima di molte altre, rivendicando quindi, soluzioni che in allora erano avveniristiche e sicuramente hanno determinato positivamente la vita di molti disabili visivi.
In questa direzione soprattutto l'Unione italiana ciechi e Ipovedenti Onlus si è adoperata in passato, partendo dalle soluzioni lavorative che si rivelavano percorribili per chi ha problemi di vista, per proporre a livello legislativo una formazione specifica, frequentabile solo da questi ultimi.
Così infatti ad esempio deve leggersi l'approvazione nel 1985 della legge 113 che, delineando un percorso grazie al quale i centralinisti telefonici non vedenti hanno facilitazioni nell'assunzione lavorativa, prevede percorsi specifici di formazione professionale. Pur ritenendo trattarsi in oggi di una soluzione destinata a ridursi grazie ai progressi della tecnologia e alla scelta di utilizzare sempre meno personale da parte delle aziende sia pubbliche che private, questa rimane ancora valida. Pertanto sarà necessario continuare a prevedere l'effettuazione di corsi specifici per persone il cui residuo visivo rimane entro i limiti di legge previsti appunto dalla legge 113-1985, così come poi integrata dalla legge 138 del 2001 che chiarisce meglio i limiti al di sotto dei quali una persona può essere considerata cieco civile.
VISTO poi il Decreto del Ministro del Lavoro 10 gennaio 2000 avente ad oggetto Qualifiche equipollenti a quella di centralinista telefonico non vedente (G.U. n.37 del 15.2.2000) che, richiamandosi alle stesse specificità all’origine della legge 113-1985, stabilisce identici percorsi per operatori di banca dati, operatori di call center, operatori in uffici per le relazioni col pubblico, si rende conseguentemente necessario fare analogo discorso per questo tipo di professionalità. Da sottolineare che per nessuna delle sudddette qualifiche è prevista specifica formazione professionale per gli altri disabili, così come per tutte le altre persone.
Per inciso è opportuno sottolineare anche la possibilità per chi ha problemi di vista di accedere, così come avvenuto storicamente, ad altre soluzioni lavorative in parte protette dalla legislazione attualmente in vigore: insegnamento, fisioterapia e affini, percorsi musicali: tutte strade non comprese nel campo della formazione professionale propriamente detta.
In secondo luogo è necessario porre l'accento sulla irrinunciabilità per chi ha problemi di vista a frequentare i corsi normalmente disponibili per tutti, grazie al loro adattamento anche alle loro esigenze: così come si deve provvedere all'abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili motorii, alle soluzioni per persone con disadattamento ed altre difficoltà, bisognerà prevedere strumenti che consentano anche a chi ha questo tipo di problemi di frequentare la maggior parte dei corsi in programma da parte della Regione Liguria e di quanti dalla stessa saranno incaricati di porli in essere. Ovviamente ciò richiede anche la consultazione di coloro che in Regione operano in favore di questa categoria di persone per verificare la reale percorribilità di uno sbocco lavorativo al termine dei corsi in questione e l'esperienza sta appunto dimostrando che sono possibili soluzioni oltre quelle in oggi proposte dalla legislazione in vigore specificamente per chi ha problemi di vista.
In fine va rilevato che il numero delle persone con disabilità visiva, rientranti nelle categorie previste dalla legislazione attuale è poco elevato, sia perchè la Liguria è una Regione che ha una popolazione inferiore ad altre, sia perchè i progressi della medicina consentono ai più giovani, se curati in tempo, di limitare i danni anche in questo settore. Non va però escluso il fatto che molte invece sono le persone anche giovani con problemi di vista che hanno un residuo superiore a quello necessario per poterli definire ciechi civili, ma che, come tutti i cittadini, hanno diritto a poter usufruire della formazione professionale, qualora la stessa rientri nel loro curriculum di studi.
Da ultimo si ritiene che l'insieme dei problemi qui esposti per una formazione professionale non escludente i disabili visivi non debba prescindere, oltre che dal collegamento funzionale con la scuola dell'obbligo, con le strutture sanitarie e sociali del territorio, dal confronto e dalla collaborazione con gli enti che in Regione si occupano di questa categoria di persone: nello specifico l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus e l'Istituto chiossone di Genova.
Il Presidente Regionale UICI Liguria, Dott. Marino Tambuscio